La rupe dell’antica città di Motta Sant’Agata si trova in provincia di Reggio Calabria, a c.a. 400 m. s.l.m., in prossimità delle frazioni di San Salvatore, Cataforio e Mosorrofa.
La fiumara omonima scorre accanto alla rupe.

Origine del Nome S.Agata
Il termine può essere di origine greca e quindi derivato da Agathè, ossia: buono, bello; e poi con l’avvento del cristianesimo si è “santificato”il nome. Ma vi è anche la possibilità che sia stato introdotto in un secondo momento, infatti, intorno all’anno 1000 dalla Sicilia orientale, a causa della forte islamizzazione molti monaci si trasferirono in Calabria; è possibile ipotizzare, perciò che la zona fosse spopolata e che sia stata fondata dai siciliani in fuga e che magari abbiano battezzato con il nome della loro patrona la nuova città. Il termine “Mote” compare nei documenti angioini verso il XIV sec.; è termine di origine francese che significa: fortezza, luogo fortificato.
…modello insediativo
Essa faceva parte delle sei Motte localizzate nella fascia del comprensorio reggino che va da Capo d’Armi a Gallico (M. S. Aniceto, M. S. Agata, M. S. Quirillo, M. Anomeri, M. Rossa), erano pressoché localizzate sullo stesso livello dal mare ed erano tra loro in comunicazione attraverso percorsi di crinale.
Tutte le Motte rispondevano al modello insediativo bizantino del “Castron” (castello) con la possibilità di dominare grandi porzioni di territorio e di segnalazione tra di essi.
Nella vetta più alta era localizzato il castello e nel pianoro circostante il borgo.
Le caratteristiche morfologiche rappresentavano di per sé un elemento di sicurezza cui si aggiungevano le fortificazioni, e pochi accessi al castello facilmente difendibili.
Attorno al castron troviamo i borghi circondati dalla campagna coltivata in grado di approvvigionarsi di acqua.
Durante gli assedi la popolazione si rifugiava nel castello perciò partecipava essa stessa al mantenimento delle fortificazioni di quest’ultimo.
Caratteristica comune era quella di situarsi tra due fiumare, con il relativo controllo, sia dei corsi d’acqua che dei percorsi del crinale nonché quelli della costa.
Vicino le Motte sorgevano spesso degli impianti monasteriali, come nel caso di S. Maria di Trapezomata (monastero basiliano), che avevano al loro interno una chiesa, una biblioteca e una torre campanaria che fungeva anche da punto di osservazione e di difesa del territorio.