Parecchie sono le leggende tutt’ora raccontate dai vecchietti nella vallata, molte riguardano S. Agata.
Una in particolare si rifà al mito omerico; si racconta che S. Agata tentata dal demonio, ma non volendo cedere alle sue lusinghe stabilì con lui un patto: lei avrebbe cominciato a tessere ad una tela, quando l’avrebbe terminata lo avrebbe sposato. S. Agata lavorava di giorno e scuciva di notte, fino a quando il Demonio non perse la pazienza.
Allora la Santa stabilì un altro patto: Satana avrebbe dovuto portare l’acqua sulla Motta prima che il gallo cantasse tre volte all’alba. Questi allora si mise a passare le tubature dell’acqua, il gallo aveva già cantato due volte e il Demonio era già alle porte della città quando la Santa per non farlo riuscire nel lavoro, con la navetta del telaio ammazzò il gallo e questo cantò per l’ultima volta.
In un’altra si racconta che durante un assedio saraceno la santa comparve nell’accampamento nemico e ai suoi piedi scaturì una sorgente d’acqua, così questi capirono che la città era sotto la sua protezione e levarono l’assedio.
Tradizione vuole anche che sia stata la santa patrona a salvare la popolazione dalla strage del terremoto, infatti essa chiese una grazia alla Madonna e al Signore, quest’ultimo stava per rimandarla senza esaudirla perché spiegava di essere stato offeso dagli uomini che non avevano compreso il sacrificio della sua morte, allora S. Agata chiede almeno che siano confessati e comunicati, il Cristo allora acconsente all’avviso.
Una sulla statua di S. Basilio. Questa dopo molto tempo del terremoto era rimasta in bilico sulle rovine della chiesa di lì passava una donna che raccoglieva del foraggio e vedendo la statua le si rivolse in tono sarcastico: <<Maru S. Basili! Fujiru tutti e ti dassaru ddocu sulu! Veni ccà chi ti pigghiu eu!>> (povero S. Basilio! Sono scappati tutti e ti hanno lasciato solo! Vieni che ti prendo io!) e allargò le braccia, ma questa le cadde addosso sul serio e si ruppe il braccio.
Un’altra su S. Demetrio. Questi aveva avuto notizia che Mosorrofa, borgo a lui devoto, era stato contaggiato dalla peste e allora partì col suo cavallo per andare in suo soccorso. Arrivò fino al monte S. Demetrio, sulla Vallata del S. Agata, e per far presto fece un gran salto da lì e arrivò a Mosorrofa. I vecchietti dicono che c’è una gran pietra sul monte S. Demetrio dove ancora è rimasto impresso uno zoccolo di S. Demetrio.